Chi non ha mai sentito parlare, pensato di provare o proprio tentato una “dieta lampo” come la Dukan, la Tisanoreica o una qualsiasi proposta dalla star del momento che assicura il dimagrimento in una o 2 settimane?

È innegabile che all’inizio ci sia una reale perdita di peso e questo spesso convince dell’efficacia della dieta, ma l’altro lato della medaglia non è da trascurare.

Scientificità ed efficacia

Tali metodi di dimagrimento sono proposti dai rispettivi autori senza essere basati su rigorosi studi scientifici, ma solo su questionari di gradimento auto-compilati oppure su campioni ridotti e quindi non significativi.

Gli studi scientifici a riguardo, invece, vengono svolti da ricercatori, medici e istituzioni nazionali della sanità, i quali mettono in luce che le persone che hanno seguito varie  diete dimagranti come quelle oggetto dell’articolo, non sono dimagrite, o sono addirittura ingrassate, e a distanza di sei mesi hanno recuperato l’eventuale peso perduto. Nello specifico, da tali indagini scientifiche, i peggiori sono risultati essere i regimi Cohen, Dukan e le diete «fai da te» a base di sostituti del pasto e prodotti dietetici vari.

Come funzionano?

Queste diete lampo, ipocaloriche, non bilanciate e spesso a base di preparati chimici, prevedono l’esclusione di molti alimenti o addirittura di intere categorie alimentari, privando così il corpo di nutrimenti importanti e provocando una diminuzione di peso visibile in poco tempo.

In poche parole danno la cosiddetta “sferzata” al metabolismo. Purtroppo però non è da intendersi in senso positivo, perché se si assumono poche calorie al giorno, il nostro metabolismo rischia di rallentare e di incepparsi.

Durante le fasi di restrizione alimentare (ad es. a basso quantitativo calorico e povere di grassi “buoni”), l’organismo si adatta e modifica la sua efficienza metabolica (cioè la velocità con cui brucia grassi e zuccheri per produrre energia) e tenta quindi di risparmiare energia tramite una diminuzione del metabolismo basale, dell’energia cellulare, e della velocità di ricostruzione dei tessuti. È come se l’organismo, in presenza di una restrizione, percepisse di trovarsi davanti ad un’emergenza, ad una carestia e rallentasse tutte le sue attività per risparmiare e per non soccombere alla mancanza di cibo.

La conseguenza di questo è che, così facendo, il nostro corpo tenderà a bruciare meno grassi e sarà portato ad aumentare di peso e recuperare con gli interessi i chili persi nel primo periodo della dieta lampo. Si ha quindi il cosiddetto effetto yo-yo: continua alternanza di fasi in cui si perde peso e fasi in cui lo si recupera e si aumenta. Quindi il peso sale e scende proprio come uno yo-yo.

Il danno principale è che queste diete portano al risultato contrario rispetto allo scopo con cui sono state iniziate: ovvero pesare di meno ed essere più sani e in forma, in quanto portano in realtà ad un’acquisizione di peso progressiva e ad un aumento di massa grassa, a fronte della perdita di massa magra durante le fasi “yo-yo”.

Cambiare continuamente regime alimentare (alternare grandi abbuffate a periodi di restrizioni) rischia di provocare seri problemi agli organi interni come cuore, reni, cervello e fegato.

Alcuni studi hanno anche dimostrato che le diete lampo e il relativo yo-yo sono causa di indebolimento del sistema immunitario e aumentano la probabilità di ammalarsi.

Le fasi di restrizione alimentare procurano danni anche a livello psico-fisico: aumentano, infatti, irritabilità, nervosismo, mal di testa, insonnia, diminuzione dell’energia e sbalzi dell’umore.

Nelle diete lampo, oltre a bruciare rapidamente i grassi di deposito, si bruciano anche una parte delle proteine dei muscoli, e inoltre, il sistema mette in circolazione nell’organismo anche corpi chetonici (considerati di per sé tossici) insieme a grosse quantità di altre sostanze indesiderate accumulate all’interno del grasso, che l’organismo non è riuscito ad eliminare (xenobiotici ovvero inquinanti ambientali, pesticidi etc…).

Alternative

Sicuramente davanti al desiderio di perdere peso, bisognerebbe prima capire quale sia il proprio Indice di Massa Corporea (IMC o BMI) e vedere in che fascia ci si colloca in base alle linee guida internazionali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Per approfondimenti e per il calcolo del proprio Indice di Massa Corporea visitare il sito del Ministero della Salute).

Se si è sottopeso, è assolutamente sconsigliato iniziare una dieta e conviene piuttosto rivolgersi al medico o al nutrizionista per capire se ci sia un problema fisico e/o psicologico alla base e quali misure adottare per un recupero del peso.

Se si rientra nella condizione di normopeso, allora, non è necessario alcun tipo di dieta e se siamo comunque insoddisfatti del nostro corpo e del peso, allora si può comunque richiedere l’aiuto di un nutrizionista che aiuti a capire quale sia il modo migliore di mangiare per ognuno. Se l’insoddisfazione per il corpo fosse marcata e invalidante allora può essere utile una consulenza psicologica, che aiuti ad individuarne le cause, le implicazioni e le possibili soluzioni.

Se dal calcolo del BMI si risulta sovrappeso (qualsiasi livello) è senz’altro consigliato prendere contromisure a riguardo, ma non tramite diete lampo fai-da-te che possono peggiorare la situazione, bensì diventa fondamentale l’intervento di un esperto di nutrizione che, in eventuale collegamento con il medico di base e lo psicologo, può aiutare la persona a perdere peso in maniera bilanciata, sana e duratura, regolando il metabolismo nel tempo e senza rischiare danni psico-fisici.