Un movimento si dice funzionale quando rispecchia i gesti della vita quotidiana, si tratta di movimenti naturali, realizzati grazie alla contrazione sinergica di più gruppi muscolari. Lo scopo dell’allenamento funzionale è sviluppare un corpo bello, armonico e forte, tramite esercizi che richiamino le funzioni base per cui è nato. Per questo si vanno a creare percorsi che si avvicinino il più possibile a quello che il corpo umano fa per natura: correre, saltare.

Nella nostra vita quotidiana, non esiste l’isolamento muscolare tipico della sala attrezzi, qualsiasi cosa facciamo, dal semplice camminare all’alzare una busta della spesa, dall’arrampicata al salto, richiede movimenti permessi dalla sinergia muscolare.

Il nostro corpo è nato per compiere movimenti – semplici e complessi – grazie al suo insieme e non dividendo il corpo in zone distinte. Parliamo di esercizi caratterizzati da movimenti multi articolari (più articolazioni che sollecitano catene muscolari) svolti su diversi piani e assi. L’allenamento funzionale è un allenamento a 360° dove non è richiesta solo una caratteristica e nemmeno la specificità. Essere funzionali vuol dire essere forti, reattivi, agili, veloci, elastici, coordinati, grazie al fatto che si acquisiscono nuovi schemi motori, attraverso esperienze motorie multiple e sempre più difficili (la progressione è fondamentale nel functional training).

Tale allenamento, grazie alle sue caratteristiche, va a sollecitare la muscolatura profonda che crea stabilizzazione articolare, a differenza del classico lavoro analitico che siamo abituati a svolgere in palestra. Questo lavoro di stabilizzazione previene molti infortuni e rinforza le articolazioni. Più l’esercizio è instabile più i muscoli profondi (il tipico esempio è rappresentato dalla cuffia dei rotatori) devono creare stabilizzazione. Pensate alla difficoltà che si incontra nel passare, ad esempio, dalle distensioni con bilanciere alle distensioni con manubri. Sicuramente ai 100 Kg sollevati nelle distensioni con bilanciere non corrisponderà mai un peso di 50 Kg per braccio nelle distensioni con manubri. Ancora, se passiamo dalle distensioni a dei piegamenti effettuati su 2 palle mediche molto probabilmente non saremo in grado di fare nemmeno qualche ripetizione.

È da questo principio cardine del functional, rappresentato dalla stabilizzazione, che nasce un termine molto utilizzato in questa disciplina: “Core training”. Esso si riferisce al rinforzo dei muscoli profondi del tronco e del bacino, al fine di ottimizzare qualsiasi gesto che richieda stabilità. Il core è il centro, ed è proprio dal centro del nostro corpo che parte il movimento. Con un core stabile e forte, tutto sarà più semplice e sicuro, dal salire sopra uno sgabello allo svolgimento di squat – affondi – military press etc.

A fronte di questi innumerevoli benefici, vi è da aggiungere un uso, a volte indiscriminato, dell’allenamento funzionale. È impensabile dare dei movimenti balistici o estremamente instabili a soggetti non allenati o addirittura con problematiche di base.

Basti pensare, ad esempio, al rapporto che c’è tra uno swing (esercizio balistico fatto con un attrezzo chiamato kettlebell) e il carico sulla colonna vertebrale.

Un’anamnesi iniziale è doverosa prima di dare un qualsiasi esercizio, specie se funzionale.

Le ginocchia del soggetto analizzato sono in recurvatum, sono valghe o vare?

I muscoli del cingolo scapolare sono liberi da ogni anomala tensione o meno? La colonna vertebrale è libera da detrazioni e da blocchi articolari?

Immaginate i danni che potrebbe causare uno swing ad un soggetto con catena posteriore retratta.

Queste sono solo alcune attenzioni da dover tener presente quando si parla di esercizi funzionali, dal momento che, se eseguiti male, possono recare molti più danni dei classici esercizi analitici.

In questo “nuovo” e affascinate mondo tanto c’è di buono; l’allenamento funzionale non rappresenta certo una moda del momento destinata a scomparire la prossima stagione. Secondo il mio parere il functional è un’ottima attività, perfettamente complementare ad altre discipline (dal bodybuilding all’atletica). Personalmente è da un po’ di tempo che inserisco nei miei “classici” allenamenti di ipertrofia anche questi esercizi. Tra i miei clienti ho riscontrato in tutti i soggetti con cui ho applicato questi esercizi un notevole aumento di forza (incrementi del carico sulla panca orizzontale, sullo squat e altri), senza parlare del netto miglioramento della performance che ho riscontrato in sport come tennis e calcio.